La parola della settimana: RAMA



rama 

(Rebus 80152)


Voce del verbo "ramare", ind. pres., 3a pers. singolare. "Ramare", der. di rame, significa "ricoprire un oggetto metallico con uno strato di rame (v. ramatura)" oppure – come nel rebus 80152 – "irrorare le piante con soluzione di solfato di rame", che è l'accezione che ci interessa (cfr. Treccani, Vocabolario online della lingua italiana, Voce: "ramare").

In agraria, "ramare" è quindi l'atto di aspergere le piante da frutto con il solfato di rame o, per estensione, con altri anticrittogamici, che sono prodotti chimici utilizzati per prevenire o controllare le malattie crittogamiche delle piante, quali muffe, oidio e peronospora. L'uso di anticrittogamici è comune nella viticoltura per proteggere le viti e garantire una buona produzione di uva.

Il termine "ramare" deriva precisamente dall'uso del rame nei prodotti utilizzati per proteggere le piante dai patogeni. Il rame è un elemento che ha dimostrato di avere proprietà fungicide e antibatteriche ed è efficace nel controllo di malattie crittogamiche. In particolare, il verderame, composto principalmente da solfato di rame, viene utilizzato per preventer  o controllare l'insorgenza di tali malattie nelle colture. 

Quindi, "ramare" significa letteralmente "applicare rame" per scopi di protezione delle piante.

La pratica di ramare, in particolare, le viti utilizzando il rame come fungicida ha una storia che risale a diversi secoli. L'uso del rame nei trattamenti agricoli per prevenire malattie fungine è stato documentato in varie culture agricole nel corso del tempo.

Una delle prime menzioni dell'uso del rame come fungicida risale al XVII secolo, in Francia. A quel tempo, i coltivatori di uva avevano notato che la polvere di rame poteva proteggere le viti dall'oidio, una delle malattie più dannose per i vigneti. Questa scoperta ha portato all'uso diffuso del rame in viticoltura.

Successivamente, alla fine del XIX secolo, il chimico francese Alexis Millardet sviluppò una formulazione a base di rame nota come "soluzione di Millardet" o "bordolese", che divenne un fungicida comunemente utilizzato nella viticoltura. Questa soluzione a base di rame era efficace nel prevenire la peronospora, un'altra malattia che colpisce le viti.

Da allora, l'uso del rame nella protezione delle viti e di altre piante è diventato una pratica standard nella viticoltura e nell'agricoltura in generale. Le formule e le tecnologie sono migliorate nel corso del tempo, ma l'uso del rame come fungicida ha radici storiche profonde nella coltivazione delle viti.

I prodotti anticrittogamici come il verderame e altri fungicidi o pesticidi usati in agricoltura devono essere utilizzati con cautela e seguendo le indicazioni del produttore e le normative locali. Possono essere potenzialmente pericolosi per la salute umana se non vengono utilizzati correttamente o se ne viene fatto un uso improprio. 

Ramatura di colture in California. 
Foto di Charles O'Rear, U.S. Department of Agriculture

È fondamentale rispettare il dosaggio raccomandato e le istruzioni di applicazione fornite dal produttore del prodotto anticrittogamico. L'uso eccessivo o non conforme a queste istruzioni può comportare rischi per la salute.

Chiunque manipoli o applichi prodotti anticrittogamici dovrebbe indossare l'abbigliamento di protezione appropriato, compresi guanti, occhiali di protezione, maschera respiratoria, e abbigliamento adatto, per evitare il contatto diretto con il prodotto.

È importante rispettare le zone di restrizione stabilite per l'applicazione dei prodotti. Le zone di restrizione determinano chi può avvicinarsi all'area trattata e quando.

L'uso eccessivo di prodotti anticrittogamici può contribuire al degrado ambientale e all'inquinamento del suolo e dell'acqua. È importante seguirne le indicazioni per evitare impatti ambientali negativi.

Ogni paese o regione può avere regolamentazioni specifiche riguardo all'uso di pesticidi e fungicidi. È fondamentale seguire le normative locali e informarsi sulle regolamentazioni vigenti nella propria area.

In generale, quando utilizzati in modo responsabile e seguendo le linee guida appropriate, i prodotti anticrittogamici possono essere efficaci nella protezione delle colture senza rappresentare gravi rischi per la salute umana. Tuttavia, è importante trattare tali prodotti con attenzione e consapevolezza dei potenziali rischi.

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