La parola della settimana: ABIMELEC
Abimèlec
(Parole crociate senza schema 20141)
Il nome "Abimelec", noto anche con le grafie "Abimelech" e "Abimelek" (ebraico אֲבִימָלֶךְ /'Ăbhīmelekh/), è formato dalle parole ebraiche "padre" e "re", e può essere interpretato in vari modi, tra cui "padre-re", "mio padre è re" o "padre di un re". Compare più volte nell'Antico Testamento e si riferisce a persone diverse, in vari contesti. Nel Pentateuco è usato come titolo per i re nella terra di Canaan.
L'Abimelec citato nel cruciverba che ci interessa era figlio di Gedeone (noto anche come Jerubbaal), figura di spicco nel Libro dei Giudici. La sua storia si trova principalmente in Giudici 8-9 e rappresenta un capitolo oscuro della storia di Israele, segnato da ambizione, fratricidio e violenza.
Gedeone, giudice e capo militare, liberò Israele dall'oppressione dei Madianiti. Ebbe molti figli, 70 in totale, nati dalle sue mogli e un figlio, Abimelec, nato da una concubina originaria di Sichem.
Dopo la morte di Gedeone, Abimelec cercò di affermarsi come re, facendo leva sul suo legame con Sichem, un'importante città cananea. Si rivolse alla famiglia di sua madre e ai capi di Sichem, sostenendo che era meglio per loro essere governati da un uomo, in particolare da un parente, piuttosto che dai 70 figli di Gedeone.
Con il sostegno finanziario dei Sichemiti, Abimelec assunse dei mercenari e si recò a Ofra, dove procedette all'eliminazione dei suoi 70 fratellastri, su un'unica pietra. Tuttavia, uno dei fratelli, Jotham, che era il più giovane, sfuggì al massacro.
A seguito dell'uccisione dei suoi rivali, Abimelec fu dichiarato re dai capi di Sichem e Beth-Millo. Questo segnò un significativo allontanamento dalla volontà di Gedeone, il quale si era rifiutato di stabilire una monarchia ereditaria, insistendo sul fatto che il Signore avrebbe dovuto governare su Israele.
Dopo l'incoronazione di Abimelec, Jotham pronunciò una parabola dal monte Gerizim, avvertendo il popolo di Sichem delle conseguenze delle sue azioni. Raccontò la storia degli alberi che cercano un re, dove l'ulivo, il fico e la vite rifiutano tutti, ma il rovo, cespuglio basso e spinoso che simboleggia Abimelec, accetta. Jotham avvertì che il fuoco sarebbe venuto da Abimelec per distruggere i capi di Sichem e il fuoco sarebbe venuto da Sichem per distruggere Abimelec.
Abimelec regnò per tre anni, ma il suo regno fu travagliato. Dio insinuò uno "spirito maligno" tra Abimelec e i capi di Sichem, causando sfiducia e ribellione. I Sichemiti cominciarono a opporsi a lui e un uomo di nome Gaal guidò un'insurrezione contro di lui.
Abimelec rispose con la forza, sconfiggendo Gaal e i suoi seguaci. Poi si vendicò di Sichem, distruggendo la città, cospargendola di sale (atto simbolico per garantire che rimesse sterile). Uccise gli abitanti e diede fuoco a una torre dove molti si erano rifugiati.
Dopo essersi occupato di Sichem, Abimelec rivolse la sua attenzione a Tebez, un'altra città ribelle. Durante l'assedio, gli abitanti di Tebez si rifugiarono in una forte torre. Mentre Abimelech cercava di bruciare la torre, una donna sul tetto gli fece cadere una macina sulla testa, ferendolo mortalmente.
Non volendo morire per mano di una donna, Abimelec chiese a un suo corazziere di ucciderlo con la spada e il corazziere lo accontentò. In questo modo si realizzò la maledizione di Jotham, dimostrando che la violenta ascesa al potere di Abimelec e la sua successiva tirannia portarono alla sua distruzione.
La storia di Abimelech è un ammonimento dai pericoli dell'ambizione incontrollata, del tradimento e delle conseguenze del fratricidio e della tirannia. La storia è significativa anche perché evidenzia la continua lotta degli israeliti con il potere temporale, in particolare la tensione tra il desiderio di un re e l'ideale teocratico in cui Dio è visto come il vero sovrano di Israele.
A differenza degli altri giudici del Libro dei Giudici, Abimelec non è considerato un eroe o un liberatore di Israele. La sua storia è più che altro una tragedia, che illustra le lotte interne e il declino morale di Israele durante il periodo dei giudici. Il suo breve e sanguinoso regno serve a ricordare le conseguenze del potere ottenuto con la violenza e il tradimento.
Commenti
Posta un commento