La parola della settimana: CHEDIVÈ



chedivè 

(Rebus 22137)


Titolo onorifico (arabo خديوي /khedive/, ingl. khedive, fran. khédive) storicamente utilizzato nell'Impero Ottomano per indicare un governatore di alto rango. È stato associato soprattutto ai governanti dell'Egitto dalla seconda metà del XIX secolo fino alla prima guerra mondiale. 

Il termine "chedivè" (noto in italiano, meno comunemente, anche con la grafia "kedivè") deriva dalla parola persiana khadīw o khidīw, che significa "signore" o "sovrano", der. di khudā, "dio". Il titolo fu formalmente riconosciuto dal Sultano ottomano e concesso al sovrano d'Egitto, a significare uno status di semi-autonomia all'interno dell'Impero Ottomano.

Il titolo di Chedivè fu assunto per la prima volta da Muhammad Ali Pascià (in carica dal 1805 al 1848), comandante albanese che divenne governatore ottomano dell'Egitto e che è considerato il fondatore dell'Egitto moderno. Tuttavia, non fu riconosciuto ufficialmente fino al regno di suo nipote, Isma'īl Pascià.

Isma'īl Pascià (in carica dal 1867 al 1879) fu il primo sovrano egiziano a utilizzare ufficialmente il titolo di Chedivè. Nel 1867, il sultano ottomano Abdulaziz gli concesse questo titolo in riconoscimento dei suoi significativi sforzi di modernizzazione e della sua maggiore autonomia dall'Impero Ottomano. Il governo di Isma'īl fu caratterizzato da progetti ambiziosi, come la costruzione del Canale di Suez, anche se le sue spese stravaganti portarono a una crisi finanziaria e a un maggiore intervento straniero negli affari egiziani.

Il figlio di Isma'īl Pascià, Tewfik Pascià (in carica dal 1879 al 1892), succedette a Isma'īl dopo che quest'ultimo fu deposto dal Sultano ottomano su pressione delle potenze europee. Il regno di Tewfik fu caratterizzato dall'occupazione britannica dell'Egitto nel 1882, che ridusse di fatto il potere del chedivè a una figura di riferimento sotto il controllo britannico.

L'ultimo chedivè d'Egitto fu Abbas II Hilmi (in carica dal 1892 al 1914). Il suo regno fu caratterizzato da crescenti tensioni con le autorità britanniche, che alla fine lo deposero durante la prima guerra mondiale. Nel 1914, la Gran Bretagna dichiarò l'Egitto un protettorato e il titolo di Chedivè fu sostituito da quello di Sultano, segnando la fine del chedivato.

I chedivè d'Egitto svolsero un ruolo importante nella modernizzazione del Paese, con progetti di infrastrutture, riforme militari e iniziative educative. Tuttavia, il loro governo portò anche a un aumento del debito estero e dell'intervento straniero, in particolare da parte di Gran Bretagna e Francia.

La creazione e l'uso del titolo di Chedivè simboleggiarono la crescente autonomia dell'Egitto dall'Impero Ottomano, anche se il Paese rimase nominalmente sotto la sovranità ottomana fino alla dichiarazione del protettorato britannico. L'occupazione britannica dell'Egitto nel 1882 segnò una svolta significativa nella storia del Paese, riducendo i chedivè a governanti fantoccio sotto il controllo inglese. L'occupazione pose le basi per la piena indipendenza dell'Egitto nel XX secolo.

Il titolo di Chedivè fu abolito quando l'Egitto divenne un protettorato britannico nel 1914, e il Paese fu poi dichiarato regno nel 1922 sotto il sultano Fuad I, che assunse il titolo di re.

Il titolo di Chedivè testimonia della complessa relazione dell'Egitto sia con l'Impero Ottomano che con le potenze europee, in particolare durante il XIX secolo. Il periodo dei chedivè è spesso visto come un momento di significativa trasformazione e modernizzazione dell'Egitto, sia pure tormentato da difficoltà finanziarie e da un crescente controllo straniero.

Petit Journal del 23 gennaio 1892 con la notizia della morte del Chedivè Tewfik Pascià.
Immagine tratta da www.meisterdrucke.it

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