La parola della settimana: TARTARIN



Tartarin 

(Parole crociate senza schema 31139)


Tartarin è il protagonista del romanzo francese Tartarin de Tarascon (Tartarino di Tarascona, nella versione italiana). L'intero romanzo ruota attorno alle sue avventure e al contrasto tra la sua grandiosa immagine di sé e la realtà che deve affrontare.

Inizialmente pubblicato nel 1872 dallo scrittore francese Alphonse Daudet, il romanzo è un'opera molto amata della letteratura transalpina, apprezzata dai lettori per l'umorismo satirico e l'affettuosa rappresentazione della vita di provincia. La storia, ambientata nel tranquillo villaggio provenzale di Tarascona, segue le avventure di Tartarino, un uomo dall'immaginazione sconfinata e dall'ego smisurato che lo rendono il personaggio più colorito della città. Per Daudet, che nacque a Nîmes, in Provenza, nel 1840 e trascorse gran parte della sua vita a osservare e documentare la società francese, Tartarin de Tarascon rappresentò la trama ideale per esplorare le eccentricità dell'orgoglio provinciale e la stravaganza delle persone, creando una critica garbatamente ironica della tendenza umana all'autoinganno.

Tartarino è la quintessenza dell'eroe di provincia. Conosciuto in tutta Tarascona per i suoi mirabolanti racconti di imprese coraggiose, la sua passione per la caccia e la sua presunta impavidità, Tartarino si crede un intrepido avventuriero. Tuttavia, le sue “imprese” sono in gran parte inventate o esagerate, e si diffondono in storielle e aneddoti raccontati in giro per la città. Gli amici e i vicini assecondano queste storie, contribuendo all'atmosfera di fantasia collettiva che caratterizza la Tarascona di Daudet. Ma dietro le sue spacconate, Tartarino è un uomo comune, la cui spavalderia è spesso più marcata del suo coraggio.

Il romanzo subisce una svolta quando Tartarino decide di dimostrarsi all'altezza della grandiosa immagine di sé da lui reppresentata e parte per una spedizione di caccia al leone in Algeria. Il viaggio, intrapreso con coraggio, si trasforma rapidamente in una serie di disavventure umoristiche, quando il nostro eroe deve affrontate sfide reali e inaspettate, ed è costratto a  fare i conti con il divario tra le sue fantasie e la realtà. Mediante queste scene, Daudet scava sottilmente negli aspetti della personalità di Tartarino, rivelando le vulnerabilità e le insicurezze che si celano sotto l'immagine gonfiata di sé. Il presunto coraggio di Tartarino vacilla, e i suoi tentativi di cacciare i leoni si trasformano in episodi farseschi, mentre si confronta con le sue stesse paure e con i disagi di un ambiente estraneo.

Quando Tartarino torna a Tarascona, porta con sé una collezione di trofei di dubbia provenienza e un'altra serie di storie esagerate, che non fanno che accrescere il suo status leggendario in città. I suoi vicini, desiderosi di racconti di terre esotiche e di imprese memorabili, lo accolgono come l'eroe che ha sempre dichiarato di essere. Tuttavia, il lettore percepisce dalle pagine di Daudet che Tartarino potrebbe nutrire qualche dubbio su se stesso, un sottile riconoscimento del divario tra le sue esperienze immaginarie e quelle reali.

Tartarino circondato dai suoi concittadini,
divertiti dalle sue spacconate.
Immagine creata da ChatGPT, 27/10/2024.

Alla sua uscita, Tartarin de Tarascon entusiasmò i lettori e i critici francesi, che lodarono l'arguzia di Daudet e la sua perspicace critica della vita di provincia. Nella Francia post-Secondo Impero, la vena satirica del romanzo che metteva spietatamente a nudo l'orgoglio delle piccole città colpì nel segno, sbeffeggiando i temi del nazionalismo senza criticarlo apertamente. L'umorismo garbato dell'autore e la sua abilità di cogliere le debolezze e i difetti della natura umana  hanno fatto sì che i lettori ridessero dei difetti di Tartarino piuttosto che giudicarli, riconoscendo le proprie manie nella sua vanagloria. Eminenti autori contemporanei, come Emile Zola, ammiravano la capacità di Daudet di creare personaggi credibili, malgrado lo stile naturalista di Zola differisse notevolmente dalla satira giocosa di Daudet. Per molti critici, Tartarino divenne un emblema accattivante dell'orgoglio e dell'auto-illusione umana, un personaggio emblematico le cui buffonate erano considerate universali e quintessenzialmente francesi.

Dopo il successo di Tartarin de Tarascon, Daudet scrisse due seguiti – Tartarin sur les Alpes (1885) e Port-Tarascon (1890) – che ripercorrono le ulteriori disavventure di Tartarino e approfondiscono la satira di Daudet nei confronti dell'atteggiamento provinciale. In ognuna di queste opere, l'eccessivo senso di autostima di Tartarino lo conduce in nuovi guai, mentre Daudet esplora l'assurdità e la resilienza del suo personaggio. Con il tempo, il nome di Tartarino è diventato persino una metafora nella cultura francese, usata per descrivere chiunque si vanti più di quanto agisca, a testimonianza dell'impatto duraturo della creatura di Daudet.

Oggi Tartarin de Tarascon è considerato un classico della letteratura francese, spesso studiato nelle scuole e citato nelle discussioni sulla satira francese del XIX secolo. Il suo successo risiede nella capacità di Daudet di fondere l'umorismo con un'acuta visione sociale, creando una storia che rimane allo stesso tempo divertente e stimolante. Mettendo in luce l'orgoglio smisurato e la fervida immaginazione di Tartarino, Daudet invita i lettori a riflettere sulle stranezze della natura umana, sul potere dell'autoinganno e sul divario, a volte umoristico, a volte commovente, tra chi siamo e chi immaginiamo di essere.

Il Tartarin de Tarascon di Alphonse Daudet non è però solo un racconto umoristico: è un ritratto dell'umanità che continua a farci riflettere, una celebrazione delle storie che raccontiamo a noi stessi e un dolce promemoria della nostra continua ricerca del senso delle cose.

Commenti

Post popolari in questo blog