La parola della settimana: CESARE BORGIA
Cesare Borgia
(Parole crociate senza schema 38135)
Cesare Borgia (1475-1507) rappresenta una delle figure più ambigue e controverse del Rinascimento italiano. Fu un importante leader politico e militare, nonché membro della famigerata famiglia Borgia, nota soprattutto per la smodata ambizione, gli intrighi e gli scandali.
Cesare nacque a Roma, probabilmente nel 1475. Era figlio illegittimo del cardinale Rodrigo Borgia (divenuto poi papa Alessandro VI) e di Vannozza dei Cattanei, una delle amanti del cardinale.
Inizialmente avviato alla carriera ecclesiastica, Cesare studiò diritto all'Università di Perugia e poi teologia all'Università di Pisa.
Divenne cardinale nel 1493, all'età di 18 anni, dopo l'ascesa di suo padre al soglio pontificio con il nome di Alessandro VI. La sua carriera ecclesiastica era concepita al fine di rafforzare il potere della famiglia Borgia, ma Cesare mostrò scarso interesse per la vita religiosa.
Nel 1497, dopo l'assassinio del fratello maggiore Giovanni (forse orchestrato dallo stesso Cesare, anche se le prove non sono certe), Cesare fu liberato dagli obblighi clericali. Rinunciò al cardinalato nel 1498, diventando il primo porporato nella storia ad avere rinunciarto a questa alta carica.
Nel 1498, Cesare fu nominato duca di Valentinois dal re di Francia Luigi XII e sposò Carlotta d'Albret, sorella del re di Navarra, consolidando le alleanze con i potenti interessi francesi.
Con l'appoggio francese, Borgia cercò di ritagliarsi un principato nell'Italia centrale, facendo leva sull'influenza papale del padre per rivendicare territori.
Cesare divenne un abile e temuto comandante militare. Tra il 1499 e il 1503 condusse campagne spietate per consolidare il controllo sullo Stato Pontificio. Le sue conquiste comprendono città come Rimini, Faenza, Pesaro e Forlì. L'astuzia e la brutalità di Cesare erano leggendarie: usava sia la forza militare che il tradimento per dominare i rivali.
La vita e i metodi di Cesare ispirarono Niccolò Machiavelli, che ne Il Principe lo utilizzò come modello per definire le caratteristiche del governante ideale. Machiavelli ne ammirava non solo la risolutezza e il pragmatismo, ma anche soprattutto la volontà di impiegare qualsiasi mezzo per raggiungere i suoi obiettivi.
Il potere di Cesare era tuttavia intrinsecamente legato a quello del padre. Quando Alessandro VI morì improvvisamente, Cesare perse il suo più grande alleato, divenendo politicamente vulnerabile, poiché il nuovo papa, Pio III, e successivamente Giulio II, gli si opponevano.
Papa Giulio II fece arrestare Cesare Borgia nel 1504 e lo inviò in Spagna, dove questi evase dalla prigionia e si rifugiò in Navarra. Qui entrò al servizio del cognato, il re Giovanni III di Navarra. Nel corso di combattimenti nell'ambito della guerra civile navarrese, Cesare cadde in un'imboscata e fu ucciso nel 1507 all'età di 31 anni.
La carriera di Cesare Borgia è ricordata per i suoi audaci tentativi di creare uno Stato italiano centralizzato. L'uso che fece dell'intimidazione e dell'astuzia offrono un esempio emblematico della realpolitik rinascimentale.
Nonostante la sua famigeratezza, Cesare fu un mecenate delle arti, reclutando il talento di figure rinomate come Leonardo da Vinci, che fu il suo architetto e ingegnere militare.
La reputazione di Cesare è stata plasmata dagli scandali, in gran parte derivanti dalla notorietà della sua famiglia. Accuse di incesto, fratricidio e tradimento circondano il suo nome, anche se non tutte sono fondate. Degno di interesse è, in particolare, il suo rapporto con la sorella, Lucrezia Borgia, che fu oggetto di speculazioni e drammatizzazioni storiche. Tuttavia, molte illazioni riguardanti la loro vicinanza sono probabilmente esagerate.
Cesare Borgia era soprannominato "Duca Valentino” in virtù del titolo di Duca di Valentinois (Duc de Valentinois) che ricevette dal re Luigi XII di Francia nel 1498. Il titolo era legato alla regione del Valentinois, nel sud-est della Francia, e simboleggiava l'alleanza politica e militare di Cesare con la corona francese.
Quando rinunciò al cardinalato e lasciò la Chiesa nel 1498, Cesare cercò un ruolo laico per perseguire le sue ambizioni di conquista e governo del territorio in Italia. Per facilitare questa transizione, il re Luigi XII, alleato del padre di Cesare, papa Alessandro VI, nominò Cesare duca di Valentinois. Questo prestigioso titolo francese non solo conferì a Cesare un rango nobiliare, ma rafforzò anche l'alleanza dei Borgia con la Francia.
Cesare cementò ulteriormente questa alleanza sposando Carlotta d'Albret, nobildonna francese e sorella del re di Navarra.
Gli italiani lo chiamavano Duca Valentino come abbreviazione del suo titolo francese, che divenne strettamente associato alla sua identità e alle sue ambizioni. Il titolo rappresenta i forti legami di Cesare con la Francia, fonte cruciale di sostegno militare e politico durante le campagne del Borgia in Italia.
Il titolo segna poi la sua trasformazione da leader della Chiesa a principe secolare e comandante militare. Detenere un titolo ducale francese era prestigioso e sottolineava le alte ambizioni di Cesare di stabilire un potente principato in Italia.
In definitiva, il soprannome Duca Valentino cattura l'essenza della duplice identità di Cesare come signore della guerra italiano appoggiato dai francesi ed emblema delle manovre politiche rinascimentali. È ancora oggi uno dei nomi più evocativi associati ai Borgia e alla movimentata vita di Cesare.
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