La parola della settimana: TEPIDARIO



tepidario 

(Parole crociate senza schema 59137)


Sost. s. m. [lat. tepidārium, da tepidus "tiepido" con l'aggiunta del suffisso ‑arium, che si usa in latino per indicare un luogo associato a una funzione specifica]: componente centrale delle terme romane (thermae in contesti pubblici; balnea in contesti privati) in cui fungeva da "stanza tiepida" nella sequenza dei bagni termali. Situato tra il frigidarium (stanza fredda) e il caldarium (stanza calda), il tepidario serviva come spazio di transizione destinato ad acclimatare gradualmente il corpo ai cambiamenti di temperatura. Il calore moderato di questo ambiente favoriva il comfort, la circolazione e il rilassamento, rendendolo un luogo privilegiato per il riposo e l'interazione sociale.

In termini architettonici, il tepidario era spesso la stanza più riccamente decorata di un complesso termale romano. Il pavimento e le pareti erano riscaldati dal sistema dell'ipocausto, che faceva circolare aria calda attraverso gli spazi sotto il pavimento e all'interno delle cavità delle pareti. Questo sistema creava un calore ambientale uniformemente distribuito, senza l'umidità intensa o le alte temperature caratteristiche del caldarium. Mentre alcuni tepidari includevano piscine di acqua calda, molti erano caratterizzati da un calore secco ed erano progettati principalmente per il relax e l'acclimatazione termica.

Alcuni reperti archeologici illustrano chiaramente queste caratteristiche. Nelle Terme del Foro di Pompei, il tepidarium maschile conserva un soffitto a botte riccamente decorato con rilievi in stucco, insieme a resti di canne fumarie utilizzate per la circolazione del calore. Analogamente, nelle Terme Stabiane, sempre a Pompei, il tepidario comprende panche in pietra e nicchie semicircolari, che offrono un riscaldamento graduale prima di entrare nelle stanze più calde. Questi esempi ben conservati dimostrano il design standardizzato ma esteticamente raffinato utilizzato anche in bagni pubblici relativamente modesti.


Tepidario delle Terme del Foro di Pompei.
Foto di Aleksandr Zykov, 2011.


I bagni termali seguivano tipicamente una sequenza definita. Dopo essersi spogliati nell'apodyterium, i bagnanti potevano passare attraverso il frigidarium e quindi entrare nel tepidario per riscaldarsi. Questo era spesso seguito da un periodo trascorso nel caldarium, dove i bagnanti sudavano, si applicavano olio e si raschiavano la pelle con uno strigile. Il tepidario poteva quindi essere rivisitato per facilitare il passaggio dal calore del caldarium, prima di concludere nel frigidarium o in altre zona di raffreddamento.

Gli scrittori di medicina dell'antichità ritenevano il tepidario benefico per la salute. Si pensava che il graduale cambiamento di temperatura riducesse il rischio di shock termico, favorisse la circolazione e promuovesse il benessere generale. Oltre alla sua funzione specifica, il tepidario veniva usato anche come spazio sociale, in cui i bagnanti potevano conversare, riposare o condurre conversazioni d'affari.

L'influenza del tepidario è sopravvissuta oltre l'antichità. Elementi del suo design e della sua funzione hanno influenzato lo sviluppo dei bagni pubblici europei nel XVIII e XIX secolo, e il termine è ancora oggi utilizzato nei moderni centri benessere per descrivere le sale di relax riscaldate. Il suo significato architettonico e culturale continua ad essere studiato nell'ambito della storia del costume pubblico e privato romano.

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