La parola della settimana: MARGHERITA DI NAVARRA
Margherita di Navarra
(Parole crociate senza schema 69144)
Marguerite d’Angoulême (Angoulême, 11 aprile 1492 – Odos-en-Bigorre, 21 dicembre 1549) è stata una scrittrice, poetessa e figura di rilievo della cultura rinascimentale francese. Figlia di Carlo di Valois, conte di Angoulême, e di Luisa di Savoia, era sorella del re di Francia Francesco I. Nel corso della sua vita detenne diversi titoli nobiliari: prima principessa di Angoulême, poi duchessa di Alençon e infine regina consorte di Navarra.

Ritratto di Margherita di Navarra.
Dipinto di Jean Clouet, ca. 1527,
olio su tavola di quercia, 59,8 × 51,4 cm.
Collezione della Walker Art Gallery, Liverpool.
Al di là dei suoi titoli e del suo lignaggio, Margherita si distinse come molto più di una semplice nobildonna rinascimentale: fu regina, diplomatica, mecenate e scrittrice di raro acume in un contesto dominato dagli uomini, in cui esercitò un’influenza che andava ben oltre gli affari di corte, contribuendo attivamente ai dibattiti intellettuali e spirituali che plasmarono il XVI secolo.
Tra i suoi molteplici successi vi è l'Eptamerone, una raccolta di racconti incompiuta che incarna al meglio il suo spirito, la sua statura morale e il suo coraggio. In quest’opera, Margherita non si limita a narrare: mette in discussione l’ordine sociale, smaschera l’ipocrisia e ritaglia uno spazio autentico per la voce femminile in una cultura che raramente l’ascoltava.
L'opera si ispira al Decamerone di Boccaccio, ma la visione di Margherita è più concreta, moralmente impegnata e complessa. Attraverso i suoi racconti, esplora temi come potere, genere, giustizia e religione con tagliente lucidità.
Scritto verso la fine della sua vita e pubblicato postumo nel 1558, l'Eptamerone raccoglie 72 racconti ambientati in un contesto immaginario: un gruppo di nobili, bloccato da un’alluvione nei Pirenei, decide di raccontarsi storie per passare il tempo. L’intento era di raccontare dieci storie al giorno, come nel Decamerone, ma Margherita ne completò solo sette — da qui il titolo Eptamerone, ovvero “sette giorni” (dal greco ἑπτά /heptá/ "sette" e ‑μέρον /‑méron/, suffisso derivato da ἡμέρα /hēméra/ "giorno").

Frontespizio dell'Eptamerone di Margherita di Navarra.
Edizione completa curata da Claude Gruget. Parigi, 1559.
Esemplare conservato presso la University of Virginia.
I racconti variano dal comico al tragico, ma ciò che li distingue è la riflessione morale che li accompagna. Dopo ogni storia, i narratori discutono fra loro, spesso con opinioni contrastanti. Una vicenda di seduzione può suscitare ammirazione in uno, indignazione in un altro. Questa struttura rende l’opera più di un semplice intrattenimento: è un laboratorio etico. Margherita non predica; preferisce far emergere le tensioni morali attraverso il confronto, lasciando intravedere il suo scetticismo verso l’autorità maschile e l’ipocrisia clericale.
In un’epoca in cui le scrittrici erano rare, Margherita dava voce a personaggi femminili intelligenti, determinati e moralmente complessi. Le sue protagoniste hanno spazio per riflettere, mettere in discussione, e talvolta sovvertire i sistemi oppressivi in cui si trovano. I racconti mostrano spesso come le donne vengano giudicate più severamente degli uomini o punite per comportamenti accettati negli uomini. Alcuni evidenziano i pericoli del matrimonio o del fanatismo religioso; altri mettono in luce l’astuzia femminile nel contrastare i tentativi di controllo maschile.
Tuttavia, l'Eptamerone non propone una visione semplicistica. È pieno di sottili ambiguità morali: le donne ingannano e vengono ingannate; alcune scelgono la sottomissione, altre la ribellione. I narratori, uomini e donne, si confrontano su cosa sia davvero la giustizia. Questa ambivalenza è uno dei punti di forza dell’opera. L’intelligente analisi morale di Margherita rifiuta le soluzioni facili.
A differenza di molti suoi contemporanei uomini, Margherita coniuga umanesimo e realismo. Crede nella ragione, nell’apprendimento e nei valori cristiani, ma non ignora quanto facilmente questi ideali possano essere traditi. Le sue storie sono popolate da monaci corrotti, mariti violenti e giudici che coprono ingiustizie. Non idealizza la virtù: invita il lettore a confrontarsi con le contraddizioni della natura umana e delle istituzioni.
Margherita di Navarra fu una pensatrice rinascimentale che usò la letteratura come un bisturi con il quale incidere nel tessuto delle norme sociali del suo tempo per rivelarne le ipocrisie e le tensioni latenti. L’Eptamerone non è solo una raccolta di racconti, ma una sfida all’autorità e un invito ad abbracciare una visione più aderente alla complessità delle relazioni umane.
In un’epoca in cui le voci delle donne erano spesso soffocate, Margherita parlava con arguzia e chiarezza. A distanza di cinque secoli, la sua voce resta viva, ancora capace di illuminare e provocare.
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