La parola della settimana: OSTEOTOMIA
osteotomia
(Parole crociate senza schema 70136)
Il termine "osteotomia" deriva da due parole greche: ὀστέον (ostéon), che significa "osso", e τομή (tomé), che significa "taglio". Se combinate a formare "osteotomia", le due parole in questione significano letteralmente "taglio dell'osso". Con questo nome si indica infatti la procedura chirurgica mediante la quale un osso viene intenzionalmente tagliato o diviso allo scopo di rimediare o eliminare una condizione patologica. L'etimologia della parola riflette la natura fondamentale di tale procedura di chirurgia ortopedica.
In particolare, mediante l'osteotomia, il chirurgo mira a correggere deformità, a ripristinare un allineamento corretto o a modificare l'orientamento di un osso per migliorarne la funzionalità e alleviare il dolore. La frattura intenzionale e successivo riallineamento di un osso possono risolvere condizioni come l'instabilità articolare, il disallineamento e le malattie degenerative delle articolazioni, come l'osteoartrite.
Esistono diversi tipi di osteotomia, ognuno dei quali è stato ideato per risolvere problemi specifici in diverse parti del corpo. Alcuni tipi comuni di osteotomia:
- Osteotomia a cuneo di chiusura: Un frammento a forma di cuneo viene rimosso da un lato dell'osso per riallinearlo.
- Osteotomia a cuneo di apertura: Un innesto a forma di cuneo viene inserito nell'osso per creare uno spazio, consentendo il riallineamento.
- Osteotomia Chevron: Spesso utilizzata per le patologie del piede, prevede un taglio a forma di V nell'osso.
- Osteotomia tibiale (alta): Utilizzata per trattare l'osteoartrite del ginocchio, prevede il taglio e il riallineamento dell'osso della tibia.
- Osteotomia del radio distale: Utilizzata per le patologie del polso, prevede il taglio e il riallineamento dell'osso del radio, nell'avambraccio.
- Osteotomia dell'anca: Utilizzata per la displasia dell'anca o l'impingement, prevede il rimodellamento dell'articolazione dell'anca per migliorarne la stabilità e la funzionalità.
Le osteotomie sono generalmente consigliate quando i trattamenti conservativi (come fisioterapia, farmaci o iniezioni) non hanno fornito un sollievo sufficiente ai sintomi del paziente. Sono spesso eseguite in pazienti più giovani, con danni o deformità articolari localizzate, che potrebbero non essere trattabili attraverso un intervento di sostituzione articolare.
Le osteotomie vengono eseguite in anestesia generale. Il chirurgo pianifica attentamente le incisioni e i tagli nell'osso per ottenere il riallineamento desiderato. Dopo il taglio, l'osso viene riposizionato e stabilizzato con varie tecniche, come viti, placche o dispositivi di fissaggio esterni. L'osso guarirà gradualmente e si fonderà nella posizione corretta.
La convalescenza dopo un'osteotomia è influenzata da vari fattori, tra cui in particolare la posizione e l'estensione dell'intervento. La fisioterapia è di solito parte integrante del processo postoperatorio per aiutare il paziente a recuperare forza, mobilità e funzionalità.
Come ogni intervento chirurgico, le osteotomie comportano dei rischi, tra cui infezioni, coaguli di sangue, danni ai nervi o ai vasi sanguigni e imperfetta guarigione dell'osso. Esiste anche il rischio che l'allineamento desiderato non si realizzi, parzialmente o completamente, con conseguente recidiva del problema originario.
Generalmente, il successo di un'osteotomia dipende da fattori quali l'età del paziente, la sua salute complessiva, l'entità della deformità e la tecnica chirurgica utilizzata. Quando tutto va come previsto, le osteotomie possono alleviare il dolore, migliorare la funzionalità dell'articolazione e ritardare o potenzialmente eliminare la necessità di interventi più invasivi, come la sostituzione dell'articolazione.
Osteotomia della testa tibiale (cuneo aperto).
Le frecce nere indicano la distribuzione del carico prima e dopo la conversione.
Autore: Dr. Jochen Lengerke.
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