La parola della settimana: TETRAGONO
tetràgono
(Incroci obbligati 76147)
Agg. e sost. s.m. dal greco τετράγωνος (tetrágōnos), composto di τετρά (tetrá), che significa "quattro", e γωνία (gōnía), che significa "angolo". Pertanto, τετράγωνος si riferisce a qualcosa che ha quattro angoli, che è la parola greca per "quadrato". Si usa per descrivere una forma geometrica con quattro lati uguali e quattro angoli retti. L'etimologia di questa parola riflette il suo significato e la sua valenza geometrica nella lingua greca.
Foto di Derek Ramsey, Chanticleer Garden, 2006.
Il termine "tetragono" può essere usato figurativamente per descrivere un individuo risoluto, fermo, costante, resistente a ogni urto e contrarietà, irremovibile, determinato, ma un tale uso è letterario e non molto comune nella lingua di tutti i giorni.
Alcuni esempi in letteratura:
Dante (Par., XVII, vv. 19-24):
mentre ch’io era a Virgilio congiuntosu per lo monte che l’anime curae discendendo nel mondo defuntodette mi fuor di mia vita futura
parole gravi, avvegna ch’io mi senta
ben tetragono ai colpi di ventura;
Antonio Beltramelli (Ahi, Giacometta, la tua ghirlandella!):
Ma donna Adalgisa era più cocciuta dell'ariete e quando si era ficcata un'idea nella sua zuccaccia melonina, non c'era caso che uomini od eventi potessero estirparla. Ella si era presentata in casa Maldi per uno scopo e a quello scopo voleva giungere, tetragona all'accoglienza, alle risa ed alle beffe che le erano toccate.
Mario Soldati (Le lettere da Capri):
Era un’idea fissa, radicata, tetragona a qualunque esperienza.
Giovanni Arpino (Azzurro tenebra):
San Dino schiodò la sua tetragona possa dalla sdraio. Scrutò il terrazzo con occhi bui e infine il rettangolo di cielo percorso da nuvole sfilacciate. Infilò tra le pagine una cartolina come segnalibro.
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