La parola della settimana: GORE



gore 

(Parole crociate senza schema 34144)


Forma plurale del sost. f. "gòra", che ha diversi significati a seconda del contesto, radicati nell'uso che se ne fa in letteratura, in geografia e nel linguaggio quotidiano. Nello specifico contesto del cruciverba 34144, una "gora" è principalmente un corso o corpo d'acqua, corrente o stagnante, come un canale, fossato, rivolo, pozza, stagno, laghetto, bacino di laminazione o ristagno d'acqua. Può anche indicare i gorghi o le acque lente di un fiume o di un canale.

Nell'uso più antico o tecnico, "gora" indica un canale per l’irrigazione o per l’alimentazione di un mulino.

Mulino ad acqua di Braine-le-Château, in Belgio,
e relativa gora, XII sec.
Foto di Jean-Pol Grandmont, 2005


Figurativamente, “gora” può essere usato metaforicamente per descrivere una situazione caratterizzata da emozioni vorticose, caos o confusione, come il movimento turbolento dell'acqua in una risacca.

La parola è occasionalmente usata in poesia o in contesti letterari per evocare immagini di acqua stagnante o vorticosa, spesso con un tono malinconico o misterioso.

"Gora" ha etimo incerto. C'è chi fa risalire questa parola al lat. gaura, voce di origine mediterranea (cfr. vocabolario Treccani online). Secondo altri, la parola deriverebbe dal tedesco Wehr, attraverso l'antico alto tedesco WUORÎ e medio tedesco WÜER, WUORE: diga o argine per respingere o derivare l'acqua (cfr. Otorino Pianigiani, Dizionario etimologico della lingua italiana)

“Gora” compare in opere poetiche o descrittive per evocare scene di bellezza naturale o di decadenza. La sua associazione con l'acqua stagnante o in lento movimento si presta a riflessioni sul tempo, sull'immobilità o sulla malinconia.

P.es., nell'Inferno (VIII, 31-33), Dante e Virgilio salgono sull'imbarcazione di Flegiàs che li conduce, attraverso la palude dello Stige, verso le mura della città di Dite. Mentre stanno attraversando quelle acque scure e stagnanti, Dante viene apostrofato da un'anima che si aggrappa al bordo della barca e chiede l'identità del poeta avendo intuito la natura eccezionale del trasporto: la barca affonda nell'acqua più del solito e l'anima ha capito che contiene un vivo (che giunge nell'inferno "anzi ora", cioè prima del tempo).

Mentre noi corravam la morta gora,
dinanzi mi si fece un pien di fango,
e disse: «Chi se' tu che vieni anzi ora?»

La "morta gora" qui si riferisce all'acqua stagnante della palude che il fiume infernale Stige forma nei pressi delle mura della città di Dite, palude che ospita iracondi e accidiosi.

Dante e Virgilio traghettati da Flegias
attraverso la "morta gora".
Immagine generata da ChatGPT, 17/11/2024.

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