La parola della settimana: TELEOSTEI
teleostei
(Parole crociate senza schema 50141)
I teleostei sono la più grande e diversificata infraclasse di pesci con pinne raggiate (Actinopterygii), sottoclasse dei pesci ossei (Osteichthyes). Con circa il 96% di tutte le specie ittiche esistenti, i teleostei presentano ampi e diversificati adattamenti morfologici, fisiologici ed ecologici, che hanno permesso a questi pesci di dominare quasi tutti gli ambienti acquatici, dalle fosse oceaniche, ai mari, ai laghi e ai fiumi d'acqua dolce. Caratterizzati da mascella altamente mobile, coda omocerca e vescica natatoria specializzata per il controllo dell'assetto, i teleostei hanno sviluppato una straordinaria gamma di strategie alimentari, modalità riproduttive e capacità locomotorie, che li rendono uno dei gruppi di vertebrati di maggior successo nella storia evolutiva.
Il termine “teleosteo” [gr. τέλειος /téleios/ "completo", "perfetto" e ὀστέον /osteon/ "osso"] fa riferimento agli scheletri completamente ossificati caratteristici di questi pesci. Si stima che i teleostei siano comparsi per la prima volta nel periodo Triassico (circa 250 milioni di anni fa), ma il loro dominio divenne evidente durante il periodo Cretaceo, quando si diffusero in un gran numero di nicchie ecologiche, superando le linee di actinopterigi più primitive.
I teleostei possiedono diverse caratteristiche anatomiche e fisiologiche che li distinguono dai pesci più primitivi con pinne raggiate (Actinopterygii), tra cui la mascella altamente mobile e meccanismi di alimentazione avanzati.
Uno dei progressi evolutivi più significativi dei teleostei è il loro cranio cinetico, che consente un ampio movimento della mascella superiore (premaxilla e maxilla). Questo adattamento consente l'alimentazione per aspirazione, metodo altamente efficiente di cattura delle prede sia in ambienti d'acqua dolce che marini. Alcune specie, come la murena (genere Gymnothorax), possiedono un apparato mascellare faringeo, che perfeziona ulteriormente la loro efficienza predatoria.
A differenza dei primi pesci attinotterigi, che possiedono una coda eterocerca (ad esempio, storioni e carassi), i teleostei presentano una pinna caudale omocerca, in cui i lobi superiori e inferiori sono simmetrici. Questa struttura, unita a un endoscheletro più leggero e flessibile, migliora la manovrabilità e l'efficienza idrodinamica.
Lo sviluppo della vescica natatoria, un organo interno capace di riempirsi di gas, ha rivoluzionato il controllo dell'assetto nei teleostei. A differenza dei pesci cartilaginei (ad esempio gli squali), che devono nuotare continuamente per mantenere la posizione nella colonna d'acqua, la maggior parte dei teleostei può regolare il proprio assetto con un dispendio minimo di energia.
Il successo evolutivo dei teleostei è evidente nella loro sorprendente diversità di forma e funzione, con oltre 30.000 specie riconosciute che occupano quasi ogni nicchia ecologica immaginabile. I gruppi maggiormente rappresentativi comprendono:
- Ostariophysi (ad esempio, pesci gatto, pesciolini, piranha), caratterizzati dall'apparato Weberiano, una serie di strutture ossee che aumentano la sensibilità uditiva;
- Perciformes (ad esempio, persici, ciclidi, tonni), il più grande ordine di teleostei, che comprende sia predatori d'acqua dolce che marini.
- Lophiiformes (ad esempio, rana pescatrice), specie di acque profonde che mostrano bioluminescenza per attirare le prede.
- Osteoglossiformes (ad esempio arowana, pesce elefante), considerati fossili viventi, che pur conservando tratti ancestrali, mostrano una comunicazione elettrica avanzata in alcuni taxon.

Selezione di teleostei marini.
I teleostei hanno inoltre sviluppato complesse strategie riproduttive, che vanno dalla fecondazione diffusa (ad esempio, il tonno, che rilascia milioni di uova in mare aperto) all'elaborata cura parentale (ad esempio, i ciclidi, che mostrano la cova in bocca). Alcune specie subiscono l'ermafroditismo sequenziale, in cui gli individui passano da un sesso all'altro in risposta a condizioni sociali o ambientali (ad esempio, il pesce pagliaccio, i labridi).
I teleostei si distinguono dagli altri gruppi di pesci con pinne raggiate esistenti. Gli olostei (ad esempio, i cobitidi e i pesci castagna) conservano squame ganoidi più rigide e non hanno la mobilità avanzata delle mascelle dei teleostei, mentre i condrostei (ad esempio, gli storioni e i pesci spatola) possiedono scheletri in gran parte cartilaginei e si affidano a una coda eterocerca per la propulsione.
Queste differenze evidenziano la raffinatezza evolutiva dei teleostei, che ha permesso loro di superare i parenti più primitivi in termini di dominio ecologico.
Al di là della loro importanza ecologica, i teleostei svolgono un ruolo cruciale nella società umana. Specie come il merluzzo, l'aringa, il salmone e il tonno costituiscono la spina dorsale delle industrie ittiche globali. Vi sono poi specie ornamentali molto diffuse, come il pesce rosso (Carassius auratus), il pesce betta (Betta splendens) e il pesce neon (Paracheirodon innesi). Nel campo della ricerca biomedica, il pesce zebra (Danio rerio) è un organismo modello in genetica e biologia dello sviluppo grazie ai suoi embrioni trasparenti e al rapido ciclo riproduttivo.
L'infraclasse Teleostei rappresenta l'apice dell'evoluzione dei vertebrati, esemplificando il potere della radiazione adattativa e dell'innovazione anatomica. Dalle profondità oceaniche ai corsi d'acqua dolce, i teleostei hanno colonizzato quasi tutti gli ambienti acquatici, plasmando gli ecosistemi e sostenendo le economie umane. Il loro continuo successo è la testimonianza di milioni di anni di perfezionamento evolutivo, che li rende uno dei gruppi di vertebrati più diversificati e interessanti.
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