La parola della settimana: CALATRAVA



Calatrava 

(Incroci obbligati 55133)


Santiago Calatrava è una figura singolare dell'architettura contemporanea, un artista-ingegnere i cui progetti slanciati e scheletrici sembrano sfidare la gravità e le convenzioni. Nato il 28 luglio 1951 nel sobborgo valenciano di Benimàmet, in Spagna, Calatrava ha una formazione sia da architetto che da ingegnere. Il suo lavoro si distingue per la fluida eleganza, l'audacia strutturale e una spiccata sensibilità scultorea che sfuma i confini tra forma e funzione, arte e infrastruttura.

Calatrava ha iniziato il suo percorso accademico in architettura presso la Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Valencia, ma è stato il trasferimento a Zurigo e i successivi studi di ingegneria presso l'ETH (Istituto Federale Svizzero di Tecnologia) a forgiare la doppia identità che definisce il suo lavoro. La sua tesi di dottorato sulla flessibilità delle strutture spaziali ha accennato ai temi che avrebbero poi permeato la sua carriera: movimento, dinamismo e forma organica. Ha tratto ispirazione non solo dalle discipline tecniche, ma anche dall'anatomia, dai modelli di crescita naturale e dall'arte classica. Il suo interesse per la scultura e la pittura, discipline che pratica attivamente e ha coltiva da sempre, ha alimentato direttamente il suo linguaggio architettonico, che è al tempo stesso analitico e poetico.

Nel corso dei decenni, Calatrava è diventato famoso per le sue strutture audaci ed espressive, molte delle quali sembrano in movimento anche quando sono a riposo. Il bianco è il suo colore distintivo, che evoca purezza e sottolinea l'ossatura strutturali dei suoi edifici e ponti. La sua architettura allude spesso a forme viventi: ali pronte ad aprirsi, spine arcuate in movimento, occhi che guardano verso l'alto. Calatrava fa largu uso di cemento, acciaio e vetro, e i suoi progetti sono caratterizzati da curve ampie, meticolosa simmetria e, occasionalmente, componenti cinetiche: ponti che si piegano, tetti che si aprono come palpebre e stazioni che imitano i gesti degli uccelli in volo. Questo dinamismo organico colloca il suo lavoro saldamente nella tradizione del neo-futurismo, anche se le sue opere rimangono inconfondibilmente e idiosincraticamente ascrivibili a lui.

Tra i suoi progetti più celebri c'è il Milwaukee Art Museum's Quadracci Pavilion, completato nel 2001. La caratteristica più sorprendente dell'edificio è il suo brise soleil: una struttura ad ala che si apre e si chiude con il sole, trasformando il museo in una scultura cinetica. Altrettanto spettacolare è il Turning Torso di Malmö, in Svezia, un grattacielo a spirale ispirato al busto umano, completato nel 2005 e ora un punto di riferimento dell'architettura europea contemporanea.

Ma forse nessun altro rogetto incarna la sua visione meglio della Città delle Arti e delle Scienze, nella sua nativa Valencia. Con oltre dieci anni di lavori e molteplici strutture, tra cui un teatro dell'opera, un museo della scienza e un planetario, il complesso è un manifesto della visione di Calatrava, che combina il virtuosismo ingegneristico con il dramma scultoreo. Ma è anche un esempio di un tema ricorrente nella sua carriera: la tensione tra forme mozzafiato ed esecuzione pratica.


Ciutat de les Arts i les Ciències - skyline, Valencia (Spagna).
Foto di Adelheid Bischoff, 2006.


Questa tensione ha raggiunto un livello globale con il World Trade Center Transportation Hub di New York, noto come Oculus. Concepito come un simbolo svettante di rinascita, una colomba in volo, i suoi archi bianchi a costola dominano ora il sito. Sebbene ampiamente ammirato per la sua bellezza eterea, il progetto ha suscitato critiche per i massicci sforamenti di budget e ritardi, che alla fine sono costati oltre 4 miliardi di dollari. Questo schema ha perseguitato Calatrava anche in altri incarichi, come il Teatro dell'Opera di Valencia, che ha subito perdite e ha richiesto costose riparazioni poco dopo l'inaugurazione. I detrattori lo hanno accusato di dare priorità allo spettacolo rispetto alla funzionalità e diverse cause sono state intentate contro le sue aziende per presunti difetti di progettazione o costi gonfiati.

Tuttavia, Calatrava rimane un punto di riferimento formidabile nell'architettura globale. Il suo Peace Bridge a Calgary, un'elica rosso vivo che attraversa il fiume Bow, offre un'espressione più tranquilla, ma non meno elegante, della sua filosofia progettuale. La stazione ferroviaria dell'aeroporto di Lione-Saint-Exupéry, con le sue ali di acciaio e vetro, trasmette la sua caratteristica metafora del volo. In tutti i suoi progetti c'è una costante ricerca del poetico: strutture che non solo servono ma elevano, che non si limitano a proteggere ma ispirano.

Oltre all'architettura, Calatrava continua a esporre disegni, dipinti e sculture, molti dei quali illustrano le origini gestuali dei suoi edifici. Non vede alcuna reale separazione tra queste discipline. Proprio come uno schizzo può diventare un ponte, una formula matematica può diventare un museo. Nel suo mondo, arte e ingegneria parlano la stessa lingua: quella dell'equilibrio, della tensione e dell'espressione.

Nel corso degli anni, Calatrava ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il prestigioso Premio Principe delle Asturie per le Arti nel 1999 e l'appartenenza alla Royal Academy of Arts di Londra. Ha ricevuto dottorati onorari e premi da istituzioni di tutto il mondo. Vive e lavora tra Zurigo, Parigi e New York, spesso insieme alla moglie Robertina Calatrava, che ha svolto un ruolo importante nella gestione degli aspetti commerciali della sua attività.

L'eredità di Santiago Calatrava è fatta di audaci aspirazioni, di acciaio e cemento trasformati in lirismo, di città abbellite da strutture che si muovono, respirano e talvolta addirittura volano. Per i suoi ammiratori è un Leonardo moderno, che fonde calcolo e creatività in opere che ridisegnano gli skyline. Per i suoi detrattori è un architetto dell'eccesso. Ma sia che lo si ammiri o lo si rimproveri, il suo lavoro attira l'attenzione e invita alla riflessione su cosa significhi costruire, muoversi e immaginare.

Commenti

  1. https://www.fsitaliane.it/content/fsitaliane/it/innovazione/tecnologie-per-i-trasporti/le-principali-stazioni-av/reggio-emilia-av-mediopadana.html
    Anche noi a Reggio Emilia abbiamo una bella stazione ferroviaria opera di Calatrava

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