La parola della settimana: POINTILLISME



pointillisme 

(Riferimento contenuto in una definizione degli incroci obbligati 70135)


Pointillisme, sost. fr., s. m. [deriv. di pointiller "punteggiare", da point "punto"] è il nome di una tecnica pittorica, nota in italiano come "puntinismo" o "divisionismo", in cui l'artista crea l'immagine utilizzando innumerevoli piccoli punti di colore puro, disposti uno accanto all'altro, anziché mescolati sulla tavolozza. Da vicino, la tela appare come un campo di singoli punti; da lontano, questi punti si fondono agli occhi dell'osservatore, creando forme luminose e sottili sfumature cromatiche.

Questa tecnica artistica nacque in Francia nel 1880, grazie a Georges Seurat e Paul Signac. Seurat, insoddisfatto della spontanea casualità dell'impressionismo, voleva qualcosa di più deliberato, un metodo per applicare il colore in modo sistematico utilizzando le più recenti scoperte della scienza ottica. Influenzato dalla legge del contrasto simultaneo di Michel Eugène Chevreul e dagli studi di Ogden Rood sulla miscelazione ottica, teorizzò che i colori puri, posti uno accanto all'altro anziché mescolati, sarebbero apparsi più luminosi.

Le sue ardite sperimentazioni culminarono nel quadro intitolato Una domenica pomeriggio sull'isola della Grande Jatte (1884-86), una serena scena in un parco meticolosamente costruita sulla tela punto per punto. Il dipinto sorprese e affascinò Parigi: figure calme, ordine ritmico e luce scintillante ottenuti attraverso la chimica del colore piuttosto che per mezzo di pennellate libere. I critici lo derisero, definendo lo stile pointillisme, “puntinismo”, ma il nome prese piede, poiché era facile da pronunciare, malgrado  Seurat preferisse termini più altisonanti, come "cromoluminarismo", che enfatizzassero la luce e il colore piuttosto che i punti.


Una domenica pomeriggio sull'isola della Grande Jatte
di Georges Seurat, 1884-1886.
Olio su tela, 207x308 cm.
Art Institute of Chicago, Chicago (USA).


Paul Signac, stretto collaboratore di Seurat, dopo la morte prematura dell'artista adottò questo metodo con un approccio più morbido e lirico. Le sue scene portuali e i suoi panorami costieri dimostrarono che questa tecnica poteva essere espansiva e poetica piuttosto che rigidamente ancorata ai principi scientifici. Altri pittori francesi, come Camille Pissarro e Henri-Edmond Cross, sperimentarono brevemente queste tecniche, attratti dal modo in cui il pointillisme faceva vibrare la luce sulla tela.

Nel frattempo, al di qua delle Alpi, i pittori italiani stavano sviluppando una loro variante: il divisionismo. Pur basandosi sulle stesse teorie ottiche dei punti di Seurat, il divisionismo utilizzava pennellate brevi o filamenti di colore puro piuttosto che punti rigorosamente uniformi. Artisti come Giovanni Segantini, Gaetano Previati e Giuseppe Pellizza da Volpedo abbracciarono la tecnica, ma la intrisero di temi spirituali, simbolici e di critica sociale. Il monumentale Il Quarto Stato (1901) di Pellizza, che raffigura lavoratori in sciopero che avanzano verso lo spettatore, fondeva il colore diviso con l'attivismo politico, in netto contrasto con le scene di svago urbano di Seurat.


Il quarto stato
di Giuseppe Pellizza da Volpedo, 1901.
Olio su tela, 293x545 cm.
Comune di Milano, Milano.


Insieme, il pointillisme francese e il divisionismo italiano dimostrarono che l'arte poteva essere sia scientifica che espressiva. La loro influenza si estende ben oltre il XIX secolo: il principio di costruire immagini a partire da unità di colore discrete anticipa la stampa moderna, gli schermi a pixel e persino l'arte digitale.

Quello che era iniziato come un meticoloso lavoro di punti sulla tela riecheggia oggi nei  display luminosi della nostra vita quotidiana, a dimostrazione che innumerevoli piccoli dettagli possono combinarsi in qualcosa di inaspettatamente profondo.

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