La parola della settimana: DEIANIRA



Deianira 

(Parole crociate senza schema 806135)


Nome proprio di persona, f. [gr. Δηιάνειρα]. Deianira è figura di spicco nella mitologia greca, nota soprattutto come moglie del famoso eroe Ercole [gr. Ἡρακλῆς]. 

Nelle vicende dei miti greci, piene di dèi, eroi e bestie mostruose, gli elementi umani dell'amore, della gelosia e dello strazio sono vividamente rappresentati attraverso le vite dei vari protagonisti. Tra questi, Deianira rappresenta un esempio struggente di una comune mortale coinvolta nel tragico gioco delle macchinazioni divine e delle emozioni umane. La sua storia offre una profonda esplorazione delle conseguenze dell'amore, della fiducia mal accordata e dei giudizi sbagliati.

Deianira era figlia di Eneo, re di Calidone, e di Altea. Figura di bellezza e virtù, attirò l'attenzione di molti pretendenti, tra cui il potente dio-fiume Acheloo, figlio del titano Oceano. Tuttavia, fu Ercole, l'incarnazione della forza e dell'eroismo, a conquistare il cuore e la mano di Deianira in una gara contro Acheloo. Questo matrimonio segnò l'inizio del viaggio di Deianira verso una vita piena di gioia e di profondo dolore.

Il punto di svolta nella sua vita fu un episodio che coinvolse il centauro Nesso. Conosciuti per la loro natura selvaggia e indisciplinata, i centauri simboleggiavano spesso la doppia natura dell'umanità, in parte bestia e in parte uomo. Quando Ercole e Deianira dovettero attraversare un fiume, Nesso si offrì di aiutarli. Tuttavia, le sue intenzioni erano tutt'altro che nobili. Il centauro tentò infatti di rapire Deianira e Ercole lo colpì con le sue frecce avvelenate. In punto di morte, Nesso attuò la sua vendetta con l'inganno: convinse Deianira che il suo sangue di centauro avrebbe agito come incantesimo che le avrebbe assicurato la fedeltà di Ercole.

Anni dopo, quando Deianira cominciò a temere che l'amore di Ercole stesse scemando, si ricordò delle parole di Nesso. Nel disperato tentativo di riconquistare il marito, spalmò il sangue del centauro su una veste e la inviò a Ercole. Tragicamente, la veste era impregnata del veleno letale dell'Idra, usato nella freccia che aveva ucciso Nesso. Quando Ercole indossò la veste, questa gli inflisse un dolore atroce e segnò il suo destino, aderendo alla sua pelle e bruciandgli le carni.

La consapevolezza del grave errore commesso devastò Deianira. In alcune versioni del mito, sopraffatta dal senso di colpa e dalla disperazione, pose fine alla propria vita. Questo atto di disperazione sottolinea i temi del destino e della responsabilità personale che pervadono la mitologia greca, evidenziando la vulnerabilità degli esseri umani intrappolati nelle trame degli dei o nelle loro stesse decisioni sbagliate.

La storia di Deianira risuona attraverso i secoli come un potente racconto sul potenziale distruttivo dei malintesi e sulle tragiche conseguenze delle azioni intraprese con buone intenzioni. Essa ci sfida a considerare i limiti della fiducia e i pericoli della manipolazione, sia da parte di esseri divini, sia quando derivino da incomprensioni fra comuni mortali.

Nella letteratura e nell'arte, la storia di Deianira è stata rappresentata in varie forme, e ogni interpretazione offre nuovi spunti di riflessione sul suo personaggio e sulla sua tragica vicenda. Dalle opere teatrali antiche alle analisi moderne, la sua storia serve a ricordare la capacità umana di sbagliare, la natura irreversibile di certe scelte e la lotta universale con il fato e il destino.

In ultima analisi, Deianira è una figura tragica che ci ricorda la complessità del cuore umano, intrappolato nel tumultuoso mondo degli dei e degli eroi, dove il confine tra giusto e sbagliato è spesso confuso e dove una singola azione può avere conseguenze eterne e irreversibili.

Evelyn De Morgan, Deianira, 1878 (collezione privata).
Foto di Shuishouyue, 2014.

Commenti

Post popolari in questo blog